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Ex Ilva: operai sanzionati solo per aver condiviso su Facebook una serie tv sgradita

Alcuni lavoratori dell’acciaieria ex Ilva (ora AncelorMittal) sono stati sanzionati dall’azienda solo per aver condiviso su Facebook uno screenshoot che invita a guardare Svegliati amore mio, una serie tv in onda su Canale 5 in cui si parla dei danni alla salute dovuti all’inquinamento prodotto da un’acciaieria. I provvedimenti disciplinari adottati nei confronti degli operai hanno determinato la sospensione immediata dall’attività lavorativa, l’interdizione ai luoghi di lavoro nonché la richiesta di giustificazioni entro 5 giorni e sono stati firmati dal Responsabile delle risorse umane della fabbrica Arturo Ferrucci.

Un fatto che dimostra in un colpo solo la negazione dei diritti d’espressione costituzionalmente garantiti e la sorveglianza sui social cui i lavoratori sono sottoposti. Il fatto è stato denunciato dal coordinatore della USB (Unione Sindacale di Base) di Taranto, Francesco Rizzo, in un comunicato molto duro nel quale si afferma che ad essere sanzionati dovrebbero essere i vertici dell’azienda «che continuano a provocare odio e disperazione sul territorio e nelle famiglie dei dipendenti» e si chiede al governo di intervenire e ad Invitalia (l’agenzia dello stato che è entrata nel capitale dell’acciaieria) di «battere finalmente un colpo».

La serie Svegliati amore mio non è ambientata a Taranto e non dice mai che la fabbrica in questione sia l’ex Ilva, tuttavia i vertici aziendali si sono sentiti tirati in causa. Nonostante sia ambientata non nel presente ma si riferisca a fatti relativi a circa 10 anni fa, quando la multinazionale AncelorMittal non aveva ancora rilevato l’azienda. I danni alla salute causati dall’acciaieria di Taranto sono ormai acclarati, non sorprende quindi che i lavoratori abbiano visto nella serie un film che interessa molto da vicino la loro situazione. Secondo uno studio del 2019 a Taranto «la mortalità generale e quella relativa ai grandi gruppi è, in entrambi i generi, in eccesso» e, nello specifico, sono in eccesso le morti per tumore al polmone, mesotelioma della pleura e malattie dell’apparato respiratorio. Dallo studio è emerso anche che su un totale di quasi 26mila bambini nati tra il 2002 ed il 2015, in 600 hanno una malformazione congenita: si tratta di una cifra che supera del 9% la media regionale. Sempre in ambito salute, poi, il 24 gennaio 2019 la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha emesso una sentenza di condanna nei confronti dello Stato italiano per non aver tutelato il diritto alla salute dei cittadini.

Non è la prima volta che un’azienda, appellandosi al principio dell’infedeltà aziendale, decida di sanzionare i propri dipendenti per aver condiviso o essersi espressi su Facebook in una maniera poco gradita. Ad esempio nel 2012 una lavoratrice venne licenziata da un’azienda di Forlì a causa delle critiche alla dirigenza fatte sui social. C’è poi un più recente caso: un dipendente dello stabilimento «La Doria» di Acerra licenziato nel 2018 per un post su Facebook giudicato lesivo da parte dell’azienda, tuttavia la decisione fu ritenuta eccessiva dal giudice del lavoro del tribunale di Nocera Inferiore e, in quel caso, il lavoratore venne reintegrato.

[di Raffaele De Luca]

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